10 giorni in Indonesia: Java, Bali, Isole Gili

Il mio viaggio in Indonesia è stato frutto semplicemente di una telefonata con la mia migliore amica: “Lu ma se prenotassimo un volo per Jakarta?”. E così fu, quel pomeriggio di fine febbraio acquistammo circa 500 euro di volo a/r Milano-Jakarta per luglio 2019. Purtroppo i giorni a disposizione non erano molti, queste isole avrebbero bisogno di molto più tempo per essere esplorate!
Devo dire che organizzare questo viaggio non è stato semplicissimo, l’Indonesia va presa così com’è, senza pianificare troppo, tanto ci sarà sempre un indonesiano pronto a darti una mano. Dall’Italia avevo prenotato tramite booking tutte le strutture per il pernotto e i treni, ma per il resto affidatevi alla gentilezza degli indonesiani! Infatti ciò che mi è rimasto impresso è quanto popolo sia meraviglioso e sempre sorridente. D’altronde, come puoi essere stressato se vivi a Bali?

Ma passiamo all’itinerario, seguimi giorno per giorno sulla mia mappa e, se vuoi, guarda le mie storie in evidenza su instagram!

In questo articolo:

  1. GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A YOGYAKARTA
  2. GIORNO 2: DA YOGYAKARTA A PROBOLINGGO
  3. GIORNO 3: BANYUWANGI E IL KAWAH IJEN
  4. GIORNO 4: UBUD
  5. GIORNI 5/6/7: BALI E I SUOI TEMPLI
  6. GIORNI 8/9/10: ISOLE GILI E RITORNO IN ITALIA
  7. COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A YOGYAKARTA

Quando prenoti il volo tieni presente che in Indonesia sono sei ore in avanti rispetto all’orario italiano. Noi siamo partite da Milano con Qatar Airways e abbiamo fatto scalo a Doha. Siamo arrivate a Jakarta intorno alle 6 del mattino, quindi avevamo tutta la giornata davanti. Ovviamente il jet lag si è fatto sentire e non poco, praticamente nei primi tre giorni di viaggio non abbiamo dormito, ma andiamo per gradi.
Una volta atterrate a Jakarta (isola di Java), non avremmo mai pensato di trovarci in un aeroporto enorme e anche piuttosto incasinato, infatti abbiamo seriamente rischiato di perdere il nostro volo per Yogyakarta che era in un altro terminal, raggiungibile con una navetta. Per questo volo interno abbiamo prenotato con AirAsia, anche per risparmiare un po’ di tempo, altrimenti puoi raggiungere Yogyakarta con il treno o con il bus. Una cosa fondamentale che devi tenere presente è che a Java ci sono mezzi di trasporto più o meno affidabili, mentre a Bali sono completamente assenti le ferrovie, ci si può spostare solo in auto o in motorino.
Una volta atterrate a Yogyakarta siamo state letteralmente circondate da tassisti indonesiani che urlavano per offrirci un passaggio. Da perfette italiane quali siamo abbiamo subito pensato che fosse una cosa per spillarci soldi, ma in realtà lì funziona proprio così! Assicuratevi di contrattare il prezzo della corsa prima di salire, comunque in generale sono davvero molto economici. A questo punto, in un inglese veramente stentato, avevamo concordato con il nostro tassista che ci avrebbe accompagnato in hotel, avrebbe aspettato il tempo di una doccia velocissima e ci avrebbe accompagnato a visitare i due famosissimi templi di Yogyakarta: Borobudur e Prambanan. Forse questi due templi sono la cosa più cara rispetto agli standard indonesiani, infatti il biglietto per entrambi costa circa 30 euro, e se vuoi visitarli all’alba o al tramonto costano anche un po’ di più! Vedersi catapultati in due meraviglie del genere però non ha prezzo, sono davvero stupendi (Prambanan è nel primo blocco di foto, Borobudur è nel secondo).

Hanno due stili completamente diversi, infatti Prambanan è un tempio induista, mentre Borobudur è buddhista.
Quando ti dicevo che il popolo indonesiano è molto amichevole e sempre sorridente, è perché l’ho scoperto già da questo primo giorno. Molte persone, forse non abituate alla presenza di occidentali bionde nei dintorni, mi hanno chiesto dei selfie che ora conservo gelosamente!

Sì, mi sentivo davvero una star.
Uscendo da entrambi i templi troverai mercatini per acquistare souvenir.

Il nostro caro tassista, dopo averci scarrozzato in giro tutto il giorno ci ha riaccompagnate in hotel. Da lì, abbiamo approfittato per fare un giro in città. Le condizioni igieniche a Yogyakarta (ma in generale a Java) sono davvero precarie, il cibo viene venduto sui marciapiedi o per strada, i piatti vengono “lavati” in bacinelle fuori dai locali, quindi scegli con cura il posto dove andare a mangiare. Evita di mangiare cibi crudi (insalata e verdure crude sono assolutamente sconsigliate) e bevi acqua in bottiglia (tra l’altro spesso anche i bicchieri di plastica con l’acqua vengono sigillati, una cosa che non avevo mai visto).

Continuando il nostro giro per Yogyakarta ci siamo imbattute in un ragazzo che voleva mostrarci a tutti i costi la sua collezione di quadri creati con la tecnica del batik.

Dopo il nostro giro avevamo pensato di tornare in hotel a piedi, ma ovviamente siamo state nuovamente assalite da autisti di ogni tipo di mezzo di trasporto. Abbiamo approfittato di un carrettino assolutamente instabile e con tipo 1 euro siamo tornate in hotel.

GIORNO 2: DA YOGYAKARTA A PROBOLINGGO

Questo secondo giorno è stato prevalentemente un viaggio in treno per Probolinggo, un paesino comodo per raggiungere il Monte Bromo, la nostra destinazione successiva. Avevo acquistato i biglietti online su questo sito, altrimenti è possibile anche acquistarli in stazione a Yogyakarta. I biglietti acquistati online vanno comunque stampati e attivati in una macchinetta proprio fuori la stazione. Dopo circa otto ore di treno abbiamo raggiunto Probolinggo, dove come al solito ci sono tassisti pronti a scarrozzarti ovunque. Abbiamo chiesto informazioni su come raggiungere il vulcano all’alba e prontamente siamo state accompagnate in quella che sembrava essere un’agenzia, dove ci hanno organizzato un tour alla perfezione: quella sera, a mezzanotte, una macchina ci avrebbe recuperato dal b&b e accompagnato alle pendici del Monte Bromo, avremmo visto l’alba e poi ci avrebbe accompagnato in stazione per prendere il treno in direzione Banyuwangi. Lì, avremmo trovato un’altra macchina che ci avrebbe accompagnato in hotel e successivamente al Kawah Ijen. Qui, avremmo avuto una guida per l’escursione e delle maschere antigas assolutamente inutili per la nostra sicurezza. Successivamente, ci avrebbe nuovamente accompagnato a Banyuwangi per prendere il traghetto in direzione Bali. A Bali avremmo trovato un bus per raggiungere Ubud. Insomma, un servizio impeccabile, che quasi pensavamo (ovviamente) che ci stesse fregando. Invece, non so come, pur non avendo lasciato il nostro numero di cellulare, tutto andò secondo i piani e c’era sempre pronto un autista a urlare il nostro nome per portarci a destinazione. Paghiamo circa 60 euro per tutto il pacchetto, otteniamo del tofu fritto in omaggio e veniamo accompagnate al nostro b&b.
A mezzanotte la nostra auto, guidata da un ragazzino che non sembrava assolutamente maggiorenne, era pronta per accompagnarci al Monte Bromo. Due ragazze sole, in piena notte, accompagnate verso un vulcano. Non ci troveranno mai più, pensavamo.
Una volta raggiunta la strada per salire al “sunrise point”, il ragazzino ci abbandona, dicendo che ci avrebbe aspettato lì fino alla fine dell’escursione. Raggiungiamo a piedi il sunrise point molto prima di chiunque altro, ma a distanza di mezzora file infinite di jeep accompagnavano i turisti per godere dello spettacolo che sarebbe avvenuto dopo poco più di un’ora. Quando le prime luci dell’alba hanno iniziato a scoprire cosa avevamo davanti, non siamo riuscite a trattenere le lacrime di fronte a così tanta bellezza.

Dopo aver visto l’alba siamo tornate al punto di incontro dove abbiamo trovato il ragazzino ad aspettarci. Boy, questo il suo nome, ci accompagna verso il vulcano, infatti questo è tranquillamente visitabile, pur essendo un vulcano attivo. Una volta vicino al vulcano puoi scegliere se camminare nel “mare di sabbia” (loro lo chiamano sand sea) o se farti accompagnare in jeep o in motorino. Ovviamente per gli indonesiani non è contemplabile l’opzione “a piedi”, quindi abbiamo scelto il motorino.

Dopo il tragitto in motorino c’è una salita da affrontare, non particolarmente faticosa, per poi raggiungere il cratere!

Al ritorno, i ragazzini ci hanno riaccompagnate all’ingresso del parco dove abbiamo trovato Boy che ci ha portate a Probolinggo per prendere il treno in direzione Banyuwangi.

GIORNO 3: BANYUWANGI E IL KAWAH IJEN

Il viaggio in treno da Probolinggo a Banywangi dura circa 4 ore. Una volta lì, il nostro autista ci attendeva per accompagnarci al b&b, dicendoci che sarebbe tornato a mezzanotte per portarci al Kawah Ijen, dove avremmo visto l’alba, munite di torce e maschere antigas. Il Kawah Ijen è un vulcano molto particolare, infatti ha una miniera di zolfo all’interno e il più grande lago acido del mondo (ha un pH di 0.5 dovuto alla presenza di acido solforico!). E’ consigliato visitarlo di notte poiché questo minerale rende la lava di un colore blu elettrico, che non sarebbe visibile di giorno. La salita al Kawah Ijen è stata lunga e piuttosto faticosa, ma sotto un cielo incredibilmente limpido e stellato. Una volta sul monte inizia la discesa all’interno del cratere, dove non è raro trovare i minatori, carichi di zolfo (arrivano a portare un sacco da 80kg di zolfo sulle spalle) che risalgono verso la sommità del vulcano.
Una volta arrivati nel cratere, la guida ci ha consigliato di indossare le nostre maschere antigas, ma vicino alla lava i gas solforici sono così forti che a stento si riesce a respirare normalmente.

Anche in questo caso, la fatica dell’escursione è stata ripagata da uno spettacolo unico: la lava blu elettrico splendeva proprio davanti ai nostri occhi.
Mentre risalivamo il cratere, le prime luci dell’alba iniziavano ad illuminare il percorso e sulla sommità del vulcano ci siamo fermate per osservare il paesaggio.

Il percorso in discesa è stata una piacevole passeggiata. Siamo state riaccompagnate al b&b dove abbiamo fatto colazione con gli immancabili pancake alla banana e ciotole di frutta fresca per poi dirigerci al porto, dove avremmo preso il traghetto verso Bali!

GIORNO 4: UBUD

Il viaggio in traghetto da Banyuwangi a Gilimanuk dura circa un’ora. Lì, ci siamo ritrovate su uno pseudo autobus stracolmo di persone, in Indonesia anche solo prendere il bus è una vera e propria avventura (tragicomica, aggiungerei). Già lungo il percorso si nota il cambio di paesaggio rispetto a Java, Bali è ricca di banani e risaie a terrazza, tipiche di quest’isola.

Siamo arrivate ad Ubud nel primo pomeriggio. Ne abbiamo approfittato per visitare questo grazioso paesino, addobbato a festa per un rito che sarebbe avvenuto il giorno seguente. Per strada, lungo i marciapiedi, si notano cestini ricchi di fiori, monete, incenso, tutte offerte di buon auspicio per scacciare gli spiriti maligni.

La differenza con Java è abissale. Bali è curata, pulita e profuma di frangipani e incenso. Insomma è esattamente come la vedi su Instagram.
Abbiamo cenato qui, assaggiando i piatti tipici indonesiani, come il nasi campur o gli spiedini di pollo satay con la salsa agli arachidi. La cucina indonesiana è molto buona e gustosa, se scegli bene dove cenare!

GIORNI 5/6/7: BALI E I SUOI TEMPLI

La mattina seguente avremmo voluto girovagare un po’ per Bali, quindi abbiamo camminato per Ubud alla ricerca di un autista. Ormai, come avrai capito, non si ha alcuna difficoltà a trovare un passaggio, infatti poco dopo eravamo in auto, verso il tempio madre di Besakhi. Avevamo chiesto al nostro autista di accompagnarci al tempio e successivamente a vedere una cascata a sua scelta (Bali ha cascate in ogni angolo). Lui ci ha proposto anche di aggiungere una piantagione di caffè molto bella, per assaggiare il loro caffè tipico, il Kopi Luwak.

La tappa successiva, scelta dal nostro autista, sono state le meravigliose Kanto Lampo Waterfall, e ci siamo seriamente pentite di non avere dei costumi da bagno e di non poterle ammirare in tutta la loro maestosità dall’acqua.

Le piantagioni di caffè aggiunte all’itinerario sono state le Bali Pulina Coffee Plantation, posizionate in un contesto davvero meraviglioso, che consente di assaggiare vari tipi di caffè (tra cui il famoso Kopi Luwak) e infusi affacciandoti sulle risaie a terrazza. Il costo per una tazza di Kopi Luwak è di circa 3 euro.

Qui, una guida, spiega alla perfezione tutto il procedimento per ottenere questo caffè pregiato, accompagnandovi fra gli allevamenti dei poveri zibetti.

Nei due giorni successivi abbiamo visitato altri templi nelle vicinanze di Ubud: il Tirta Empul (il tempio dell’acqua) e il tempio Gunung Kawi. Abbiamo visitato anche le meravigliose risaie Tegallagang dove puoi approfittare per un giro in altalena con una vista unica al mondo!

Prima di partire per le isole Gili non puoi non visitare la foresta delle scimmie di Ubud! Un percorso pedonale vi accompagnerà all’interno di questa foresta enorme, abitata da circa 800 scimmie.

Dopo esserci perse fra le meraviglie di Bali e aver assaggiato ogni tipo di frutta esotica (non puoi non provare il Jackfruit a Bali!) ci siamo messe alla ricerca di un’imbarcazione che ci portasse a Gili Trawangan il giorno dopo.

GIORNI 8/9/10: ISOLE GILI E RITORNO IN ITALIA

A Ubud ci sono molte agenzie viaggi che consentono di acquistare biglietti e tour per le isole Gili. La navetta per il porto è passata a prenderci in hotel al mattino presto, per poi prendere una “fast boat” qualche ora dopo. Il tragitto dura poco più di un’ora e l’arrivo a Gili Trawangan toglie il fiato. Le acque sono cristalline, la sabbia bianca e non esistono strade asfaltate: l’isola è percorribile solo a piedi o in bicicletta. Ogni resort infatti mette a disposizione delle bici ai propri ospiti. Dopo aver fatto il check-in in fretta e furia volevamo fare solo una cosa: indossare maschera e pinne e scoprire il fondale dell’oceano.

Al tramonto, molti locali in spiaggia organizzano aperitivi con musica dal vivo, per gustare un cocktail su un morbido pouf sulla sabbia, mentre la giornata volge al termine. Trawangan è, fra le tre isole Gili, la più caotica, quella ricca di locali e divertimento.
Per il giorno seguente abbiamo organizzato il tour per Gili Air e Gili Meno, decisamente più tranquille di Gili Trawangan, meta ideale per chi ama il relax. Non era il nostro caso, insomma.
Il tour prevede spot in cui fare snorkeling, dove non è raro avvistare tartarughe e meravigliosi pesciolini colorati. A Gili Meno potrai anche ammirare una scultura subacquea, posizionata lì per permettere il ripopolamento di coralli e pesci.

Il decimo giorno, ahimè, è stato un viaggio verso l’aeroporto di Lombok da cui siamo partite per tornare a Jakarta (con la compagnia Garuda Indonesia) e da lì, a Milano.

COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

PREZZI
L’Indonesia è una meta veramente economica.
Costo medio per una doppia con colazione: 10 euro (tranne il resort alle isole Gili, dove il costo medio è di 50 euro a notte)
Costo medio cena al ristorante: antipasti (e sottolineo il plurale), piatto principale, acqua, dolce: 4 euro
Costo treni: 8 euro per il primo viaggio, 4 euro il secondo
Costo voli interni: 30 euro circa Jakarta-Yogyakarta; 80 euro circa Lombok-Jakarta
Costo medio autista: 30 euro al giorno

ASSICURAZIONE
Prima di partire acquista un pacchetto assicurativo! Noi abbiamo scelto Columbus, ma ce ne sono davvero tante.

VACCINI
Non ci sono vaccini obbligatori, ma sono consigliati. Noi abbiamo fatto il richiamo per l’epatite, la difterite e il tetano e ci siamo vaccinate per il tifo! Per ogni altra info consulta il sito della Farnesina.

Una opinione su "10 giorni in Indonesia: Java, Bali, Isole Gili"

  1. ciao! complimenti per la guida!! vorrei solo chiederti il nome dell’agenzia che con 60€ vi ha organizzato i vari trasferimenti, grazie mille!

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Will Cancella risposta