Austria on the road

In un periodo in cui pianificare un viaggio in aereo era una totale incertezza, come quello dell’anno 2021, la scelta del viaggio estivo è ricaduta sull’Austria, una meta naturalistica mozzafiato e facilmente raggiungibile in auto.

Il mio itinerario si sviluppa in 9 giorni a zonzo per tutta la regione sud-occidentale dell’Austria, toccando tante bellezze naturali e tre diverse regioni: il Tirolo, il Salisburghese e il Salzkammergut. Seguimi sulla mappa interattiva fino al ritorno in Italia!

In questo articolo:

  1. Giorno 1: Da Milano a Innsbruck
  2. Giorno 2: Il Tirolo
  3. Giorno 3: Krimml (Salisburghese)
  4. Giorno 4: Zell am See (Salisburghese)
  5. Giorno 5: Werfen (Salisburghese)
  6. Giorno 6: Salisburgo
  7. Giorno 7: Hallstatt (Salzkammergut)
  8. Giorno 8: Canyoning
  9. Giorno 9: Pista ciclabile San Candido-Lienz e rientro in Italia
  10. Cosa sapere prima di partire

Giorno 1: Da Milano a Innsbruck

La prima tappa del mio itinerario è la coloratissima Innsbruck. Qui puoi perderti fra i mille vicoletti, fare una passeggiata lungo il fiume Inn e gustare una fetta di Sacher al Cafe Sacher.

Dal centro di Innsbruck, precisamente dalla stazione del palazzo dei Congressi, parte la funivia Nordkettenbahnen che in pochi minuti ti catapulta in piena montagna, a 2334 m. La funivia parte ogni 15min con ultima corsa alle 18.00 nella stagione estiva. Ha 3 fermate e il “Top of Innsbruck” si raggiunge scendendo a Hafelekar. Il biglietto andata e ritorno ha un costo di 42 euro (47 se abbinato all’Alpenzoo), ma la vista mozzafiato su Innsbruck ripagherà tutta la spesa.

Giorno 2: Il Tirolo

Il giorno successivo lasciamo Innsbruck ed esploriamo il Tirolo. Il nostro itinerario originale avrebbe previsto il circuito della Zillertal, un trekking mozzafiato da 6 ore con punti panoramici pazzeschi sulle Alpi, ma siamo stati costretti a cambiare i nostri piani perché la strada era chiusa causa maltempo.

Lonely planet alla mano: cerchiamo subito qualcosa da fare nei dintorni e ci spostiamo a Mayrhofen, da cui parte la funivia per il Monte Penken. Da qui partono vari sentieri per godersi appieno la montagna e un buon pranzo in rifugio.

Nella regione del Tirolo potrai gustare il tipico Gröstl (la rosticciata trentina) e l’originale Strudel di mele.

Giorno 3: Krimml (Salisburghese)

Lasciamo il Tirolo per scoprire una nuova regione, quella del Salisburghese. Ci dirigiamo a Krimml per visitare le magnifiche Krimmler Wasserfälle. Queste cascate possono essere ammirate in tutta lo loro bellezza camminando lungo la Wasserfallweg (Sentiero della Cascata). L’ingresso è a pagamento (qui info su prezzi e orari).

Dopo la passeggiata a Krimml possiamo rilassarci lungo le sponde del lago Achensee.

Giorno 4: Zell am See (Salisburghese)

Continuiamo ad esplorare la regione del Salisburghese con questo piccolo paesino colorato lungo le sponde del lago Zeller. In estate pullula di turisti che fanno il bagno o passeggiano lungo la sponda del lago. Da qui partono anche molte escursioni che permettono di godere della vista del lago dall’alto. Ci sono diversi percorsi fra cui puoi scegliere, noi abbiamo preso il cityexpress dal centro del paesino e da lì siamo saliti a piedi (ho evidenziato il percorso che abbiamo fatto in giallo).

Dopo un bel tratto in salita, la vista sul lago ripaga tutta la fatica.

Concludiamo la giornata perdendoci fra le viuzze colorate di Zell am See e rilassandoci lungo il lago.

Giorno 5: Werfen (Salisburghese)

Oggi una giornata che lascia a bocca aperta. A Werfen infatti sono presenti le grotte di ghiaccio più grandi del mondo, le  Eisriesenwelt (in italiano “Mondo dei giganti di ghiaccio”). Parte dei loro 42km di cunicoli ghiacciati che si addentrano nella montagna possono essere visitati a piedi muniti di lanterna a gas, dato che l’illuminazione artificiale è del tutto assente (per ovvie ragioni!). L’ingresso costa 30 euro e comprende anche un tratto in funivia. Dalla fermata della funivia c’è un bel tratto in salita da percorrere a piedi, non proprio semplicissimo.

Essendo (giustamente) vietatissimo l’uso del flash le foto non sono un granché, magari puoi vederne di migliori sul sito ufficiale qui.

Dopo questa spettacolare gita ci sono altri due luoghi nei dintorni che vale la pena visitare: le gole del Liechtenstein (Liechtensteinklamm) e il castello di Hohenwerfen, tra l’altro con il biglietto del castello puoi accedere anche alle gole. Se hai poco tempo, fra i due sacrifica il castello (il castello di Salisburgo per esempio è molto più bello!)

Giorno 6: Salisburgo

Salisburgo è la città natale di Mozart e tutto in questa città lo ricorda. A Salisburgo potrai sicuramente assistere a un concerto di musica classica o perderti nel bellissimo centro storico e nell’arte barocca che trionfa in ogni angolo. Potrai passeggiare nel curatissimo parco dello Schloss Mirabell, uno splendido palazzo barocco visitabile gratuitamente. Il pezzo forte rimane comunque il castello, simbolo di Salisburgo che svetta sulla città. L’ingresso è a pagamento e si può raggiungere a piedi o con una funivia.

Il castello di Salisburgo
Salisburgo vista dal castello e palazzo Schloss Mirabell

Giorno 7: Hallstatt (Salzkammergut)

Lasciamo il Salisburghese e proseguiamo verso il Salzkammergut, per la precisione verso il paesino incantato di Hallstatt. Questo borgo sembra davvero uscito da una fiaba, con le casette colorate e il lago e le montagne che gli fanno da cornice. Ovviamente anche qui per gli appassionati di trekking come noi ci sono mille sentieri che si possono fare. La nostra scelta è ricaduta su Krippenstein, raggiungibile con una funivia da Obertraun (costo 30 euro) e che conduce ad una piattaforma panoramica nota come 5 fingers, che ha una vista pazzesca sul lago.

Dopo aver passeggiato ancora un po’ a zonzo in montagna, torniamo ad Obertraun e ci dedichiamo a passeggiare fra i vicoletti colorati di Hallstatt. Qui puoi noleggiare un kayak e rilassarti sul lago oppure semplicemente passare del tempo sdraiatə al sole.

Giorno 8: Canyoning

Oggi giornata adrenalinica e non proprio adatta a tutti (nemmeno a me in realtà, ma l’ho scoperto dopo!). La voglia di provare sempre cose nuove ci ha spinto a voler tuffarci in un canyon. Il percorso prevede una decina di salti, il più alto da 8 metri e mezzo! L’agenzia fornisce muta, caschetti e moschettoni, tu porta il coraggio!

Giorno 9: Pista ciclabile San Candido-Lienz e rientro in Italia

Come ultima tappa abbiamo deciso di percorrere la famosa pista ciclabile che da San Candido arriva a Lienz in un percorso che è quasi tutto in discesa (per questo non l’abbiamo fatta dall’Austria!). La ciclabile conduce a Lienz in 3 ore passando per paesaggi incantati e con pit stop obbligato alla fabbrica della Loacker.

Cosa sapere prima di partire

COSTI: L’Austria non è una meta economica, ma non è inaccessibile. Una notte in albergo con colazione costa in media 100 euro per una doppia. Le funivie sono care quindi la maggior parte del budget giornaliero l’abbiamo speso per fare escursioni. Una cena al ristorante costa in media come al nord Italia.

AUTOSTRADE: In Austria bisogna acquistare la vignetta appena varcato il confine. Costa 9 euro per 10 giorni e dà accesso a tutte le autostrade austriache tranne la meravigliosa strada del Glossglockner che è carissima ma è un capolavoro che lascia a bocca aperta a ogni tornante.

5 giorni nella Norvegia dei fiordi

Per il mio viaggio di laurea mi sono regalata 5 giorni fra i paesaggi della spettacolare Norvegia dei fiordi, partendo da Oslo e arrivando a Bergen. Sono passati diversi anni, ma ancora ricordo quanto mi sentissi piccola di fronte a tanta magnificenza.
La Norvegia è una meta piuttosto cara, quindi ho pernottato quasi sempre in appartamenti condivisi con AirBnb. Questa soluzione consente, oltre a risparmiare, di conoscere i locals e le loro abitudini. I norvegesi comunque sono molto ospitali e disponibili se dovessi trovarti in difficoltà!
Qui ti lascio la mappa del mio itinerario, iniziamo a vederlo giorno per giorno.

In questo articolo:

  1. GIORNO 1: PARTENZA DA OSLO E ARRIVO A BERGEN
  2. GIORNI 2/3: BERGEN
  3. GIORNI 4/5: OSLO E RITORNO IN ITALIA
  4. COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE:

GIORNO 1: PARTENZA DA OSLO E ARRIVO A BERGEN

Quando ho organizzato questo viaggio ho deciso di lasciare Oslo come ultima tappa e di renderla il punto di partenza dell’itinerario. Avevo scelto un appartamento vicino la stazione centrale, in modo da poterci arrivare a piedi il mattino seguente, quando avrei preso il treno alle 6 del mattino in direzione Myrdal. Da Myrdal, infatti, parte la Flåmsbana, la ferrovia più ripida del mondo.
Il viaggio da Oslo a Myrdal dura circa 5 ore (ho acquistato i biglietti sul sito delle ferrovie norvegesi) e guardando fuori dal finestrino ci si rende conto di come man mano si sale di quota: si passa da prati verdissimi a montagne innevate, Myrdal infatti è a 867m s.l.m. e anche a giugno è coperta di neve.

Da Myrdal, come ho accennato prima, parte la Flåmsbana, la ferrovia che conduce a Flåm, un paesino di 500 abitanti da cui partono svariate crociere per i fiordi. Flåm si trova nel cuore del Sognefjord, il fiordo più lungo della Norvegia.
La Flåmsbana è lunga 20 chilometri, copre un dislivello di 864 metri che la rendono la ferrovia più ripida del mondo.

Durante il tragitto (circa 45 minuti), non si riescono a staccare gli occhi dal finestrino per quanta bellezza vedi scorrerti davanti. A un certo punto, poi, il treno fa una breve sosta per permettere di scattare delle foto alla grandiosa cascata Kjosfossen. I treni sono in servizio per tutto il corso dell’anno e in estate possono effettuare fino a 10 corse al giorno.

Da Flåm puoi scegliere fra diversi tour sui fiordi, io ho scelto di arrivare a Bergen in nave, prenotando su questo sito. In questo modo, mi sono goduta lo spettacolo dei fiordi per ben 5 ore e ho avuto la possibilità di vedere Bergen dal mare. Sono arrivata a Bergen in serata, ma comunque a giugno in Norvegia non è mai buio del tutto, quindi questo rende le giornate incredibilmente lunghe.

GIORNI 2/3: BERGEN

Dopo 5 ore di nave finalmente ecco Bergen! La prima cosa che si nota è il Bryggen, il porto antico, simbolo di questa città.

Nei due giorni successivi mi sono dedicata alla scoperta di questa bellissima città, partendo proprio dal Bryggen.

Questo storico quartiere, ricostruito dopo vari incendi, oggi è ricco di mercatini e piccoli bazar di artigiani ed è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Il Bryggen è anche vicino al Fisktorget, il mercato del pesce di Bergen. Qui potrai assaggiare la zuppa di pesce tipica del posto (la Fiskesuppe) e del salmone freschissimo (non proprio economico).

Dopo essermi persa fra le vie del centro e le mille casette colorate decido di salire al Fløyen, uno dei monti di Bergen, raggiungibile a piedi o con una funicolare che parte proprio dal centro della città. La vista su Bergen dalla vetta del monte è davvero spettacolare.

GIORNI 4/5: OSLO E RITORNO IN ITALIA

Da Bergen puoi decidere se tornare a Oslo con un volo interno o con il treno. Il viaggio in treno dura circa 7 ore ed è ovviamente la scelta più economica. Una volta arrivata a Oslo, ho girovagato per le vie centrali della città dove c’è anche il palazzo reale, e poco distante dal centro, il Frognerparken. Questo enorme parco racchiude un “parco delle sculture”, famoso soprattutto per le oltre 200 sculture dell’artista norvegese Gustav Vigeland. Il parco è sempre aperto e l’accesso è gratuito.

Con il senno del poi, essendo un’amante della natura e poco delle città, probabilmente avrei aggiunto qualche giorno in più per godermi meglio i dintorni di Bergen e i suoi monti.
La Norvegia è una meta incredibile e sicuramente non basta questo piccolo tour per apprezzarla appieno!

COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE:

La Norvegia non è una meta economica, ma dormendo in appartamenti condivisi su AirBnB si riesce a risparmiare molto, inoltre puoi scoprire quanto sono ospitali e gentili i norvegesi!

COSTO NAVETTA: Oslo è collegata all’aeroporto con il Flytoget Express Train e ha un costo di circa 18 euro.
COSTO MEDIO APPARTAMENTO CONDIVISO: 50/60 euro a notte
COSTO MEDIO PER UNA CENA: 30 euro
COSTO TRENO: Oslo-Myrdal: 23 euro con largo anticipo
Bergen-Oslo: 25 euro con largo anticipo
COSTO NAVE FLAM-BERGEN: 90 euro (studenti 40 euro)
COSTO FLAMSBANA: 30 euro circa

Slovenia on the road: il mio itinerario di 6 giorni

Spesso organizziamo viaggi in posti sperduti dall’altra parte del mondo, ma la bellezza può trovarsi anche dietro l’angolo!

Quando ho organizzato il mio viaggio on the road in Slovenia non ho trovato alcuna guida online che mi soddisfacesse, da qui la mia idea di crearne una io, armata della mia amata Lonely Planet e di tanta pazienza.

Ti consiglio di seguire il mio itinerario (qui la mia mappa) se sei un amante della montagna e dell’avventura e di guardare il mio brevissimo video per farti un’idea dei posti di cui ti sto per parlare!

In questo articolo:

  1. GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A LUBIANA
  2. GIORNO 2: VELIKA PLANINA
  3. GIORNO 3: LAGO DI BLED E GOLE DI VINTGAR
  4. GIORNO 4: KRANJISCA GORA
  5. GIORNO 5: LA VALLE DELL’ISONZO
  6. GIORNO 6: GORISKA BRDA
  7. COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A LUBIANA

Siamo partiti in auto da Milano intorno alle 6 del mattino. Come prima tappa intermedia ho pensato di inserire le meravigliose grotte di Postumia acquistando online il biglietto qui. E’ possibile acquistare solo l’ingresso alle grotte o, con una minima differenza, anche quello per il bellissimo castello di Predjama incastonato nelle rocce (personalmente ti consiglio di visitarli entrambi!). Siamo arrivati a Postumia intorno alle 11, la visita alle grotte e al castello richiede circa due ore.

Nel pomeriggio abbiamo visitato il centro della piccola ma affascinante capitale e, sotto consiglio della Lonely Planet, abbiamo cenato al Druga Violina, uno dei ristoranti storici di Lubiana. Ti lascio il link di tripadvisor e ti consiglio comunque di prenotare, il ristorante è piccolo e molto conosciuto! Qui potrai assaporare i piatti tipici della cucina slovena, tra cui il prsut e gli struklji, ottimi sia in versione salata (in foto accanto alla carne), sia in versione dolce con il caramello.

Per le prime due notti abbiamo deciso di pernottare non molto distanti da Lubiana, ma in un posto che ci permettesse di essere a contatto con la natura. In Slovenia vanno molto di moda i Glamping, ossia i campeggi di lusso. In queste strutture sembra di essere davvero in campeggio, ma con tutte le comodità di un b&b.

Ovviamente il bagno è in comune, poco distante dalle “tende” ma è pulitissimo. Se anche tu vuoi provare questa esperienza, ti lascio il link di booking!

GIORNO 2: VELIKA PLANINA

Al nostro risveglio abbiamo trovato il cesto della colazione con pane fresco e marmellata (e ahimè caffè solubile) davanti alla nostra casetta di legno. Subito dopo ci siamo rimessi in auto per raggiungere Velika Planina, un villaggio di pastori a 1500m s.l.m.

Durante la stagione invernale Velika Planina è un paradiso per chi ama sciare, mentre in estate è possibile visitare l’alpeggio e le caratteristiche capanne dei pastori, da cui è anche possibile acquistare prodotti caseari di loro produzione.

Velika Planina è raggiungibile con una cabinovia (aperta dalle 09:00 alle 17:00) e successivamente da una seggiovia (aperta dalle 09:30 alle 16:30) al costo di 17 euro. L’alpeggio è molto ampio e permette di fare lunghe passeggiate nella natura.

GIORNO 3: LAGO DI BLED E GOLE DI VINTGAR

Il lago di Bled è forse l’attrazione più nota della Slovenia. Si tratta di un incantevole lago alpino con al centro l’unica isola slovena, inserito tra le prime 10 destinazioni da visitare secondo Lonely Planet. In estate è molto popolato, le sue acque limpide e piacevolmente tiepide permettono di fare il bagno o di percorrerlo su tipiche imbarcazioni (pletna), con barchette a remi o sup, noleggiabili lungo tutto il perimetro del lago.

Da qui partono svariati percorsi escursionistici per poter godere della vista del lago dall’alto. Lungo il sentiero troverai tre punti panoramici: l’Ojstrica, la Mala Osojnica e proseguendo dopo quest’ultima, la Velika Osojnica. Essendo due appassionati di trekking abbiamo ovviamente raggiunto il punto più alto, appunto Velika Osojinica. La vista è davvero mozzafiato e ripaga di tutta la fatica della salita.

Non puoi andare a Bled e pensare di non assaggiare il loro dolce tipico, la torta di Bled appunto! Si tratta di un dolce stracolmo di crema e panna, ma dopo un trekking cosa c’è di meglio?

Dopo aver fatto un giro su una barchetta a remi sul lago di Bled ci siamo diretti alle Gole di Vintgar, poco distanti dal lago e di una bellezza surreale. Si tratta di gole naturali interamente scolpite dalla forza del fiume Radovna all’interno del Parco Nazionale del Triglav. Un percorso pedonale di legno vi accompagnerà lungo un tragitto spettacolare, fatto di cascate e tanta tanta natura. Qui troverai un video che forse rende la bellezza di quel posto incantato. L’ingresso alla gola è a pagamento ed è accessibile solo in estate.

In serata ci siamo poi spostati un po’ più a nord, a Lesce, per trovarci nelle vicinanze della nostra tappa seguente: Kranjisca Gora!

GIORNO 4: KRANJISCA GORA

Kranjisca Gora è un piccolo paesino di montagna da cui partono un’infinità di sentieri escursionistici. Ci siamo diretti all’ufficio informazioni turistiche per chiedere quali fossero i sentieri consigliati, dato che quel giorno il meteo non era dei migliori. La mappa è gratuita e lo staff ci ha consigliato di vedere il Lago Jasna (a 10 minuti di auto dal paesino) e due cascate nei dintorni. I sentieri non sono particolarmente complicati e sono segnalati perfettamente.

Il lago Jasna è un laghetto alpino con acque ghiacciate, ma i più temerari non si fanno sfuggire l’occasione per fare un bel bagno!

La nostra tappa seguente è stata la spettacolare cascata Peričnik, alta 52 metri, raggiungibile con un sentiero di montagna non molto impegnativo in circa un’ora di cammino. La peculiarità di questa cascata è che è possibile vederla scorrere davanti a noi grazie alla presenza di una grotta nascosta!

Da qui poi ci siamo diretti verso la valle dell’Isonzo, pernottando a Caporetto. Per raggiungerla abbiamo optato per la storica Ruska Cesta (strada russa, ndr) -una strada costruita durante la prima guerra mondiale da prigionieri di guerra russi, alla memoria dei quali è dedicata la Cappella russa sul versante settentrionale del passo- che da Kranjisca Gora attraversa il passo del Vrsic. Questa strada panoramica offre visuali magnifiche del parco nazionale del Triglav, ma con i suoi 50 tornanti è piuttosto pericolosa e percorribile solo in estate.

GIORNO 5: LA VALLE DELL’ISONZO

Prima di lasciare Caporetto per dirigerci a Bovec abbiamo approfittato per fare una breve escursione alla scoperta di un’altra bellissima cascata: la slap Kozjak.
Bovec è il cuore pulsante della valle dell’Isonzo. Qui gli amanti dello sport troveranno ogni tipo di attività come il rafting, il canyoning, il kayaking. Noi avevamo prenotato il rafting online sul sito di questa agenzia (il costo è di circa 40 euro a persona), ma ti assicuro che non ce n’è assolutamente bisogno, poiché il centro di Bovec è stracolmo di agenzie che propongono ogni tipo di tour. Avendo prenotato il rafting nel pomeriggio ed essendo saltato il canyoning per via del meteo, approfittiamo della mattinata per fare un’altra escursione nei dintorni di Bovec e indovina? Un’altra cascata, la slap Virjie!

Nel pomeriggio poi abbiamo raggiunto l’agenzia e fatto un’ora di rafting lungo le verdi (e freddissime!) acque dell’ Isonzo.

In serata poi abbiamo raggiunto la nostra ultima tappa, Goriska Brda, pernottando a Podsabotin.

GIORNO 6: GORISKA BRDA

Se mi hai seguito finora lungo la mappa che ti ho segnalato, avrai notato che ci siamo riavvicinati al confine italiano, infatti purtroppo questa è stata la mia ultima tappa.
A Brda il paesaggio cambia completamente, non siamo più fra le montagne ma fra vigneti e colline, infatti qui il turismo è incentrato sulla produzione del vino. Anche qui ci siamo recati presso l’ufficio turistico del paesino dove abbiamo noleggiato due montain bike elettriche (il noleggio costa circa 30 euro) e abbiamo pedalato fra i percorsi consigliati dallo staff. Lungo il percorso troverai la torre panoramica Gonjače, alta 23 metri con 144 scalini, da cui si gode di una vista stupenda.

COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

La Slovenia è una meta tanto bella quanto sottovalutata. E’ una meta economica, sceglila se hai un budget limitato ma non vuoi rinunciare ad una full immersion nella natura. Quando ci sono andata io (estate 2020) la benzina costava 1 euro al litro e la vignetta autostradale 7 euro per una settimana. Acquistala appena varcato il confine italiano e potrai avere accesso a tutte le autostrade slovene!

Mediamente una camera doppia con colazione costa 75 euro a notte e una cena al ristorante meno di 20 euro a testa!

10 giorni in Indonesia: Java, Bali, Isole Gili

Il mio viaggio in Indonesia è stato frutto semplicemente di una telefonata con la mia migliore amica: “Lu ma se prenotassimo un volo per Jakarta?”. E così fu, quel pomeriggio di fine febbraio acquistammo circa 500 euro di volo a/r Milano-Jakarta per luglio 2019. Purtroppo i giorni a disposizione non erano molti, queste isole avrebbero bisogno di molto più tempo per essere esplorate!
Devo dire che organizzare questo viaggio non è stato semplicissimo, l’Indonesia va presa così com’è, senza pianificare troppo, tanto ci sarà sempre un indonesiano pronto a darti una mano. Dall’Italia avevo prenotato tramite booking tutte le strutture per il pernotto e i treni, ma per il resto affidatevi alla gentilezza degli indonesiani! Infatti ciò che mi è rimasto impresso è quanto popolo sia meraviglioso e sempre sorridente. D’altronde, come puoi essere stressato se vivi a Bali?

Ma passiamo all’itinerario, seguimi giorno per giorno sulla mia mappa e, se vuoi, guarda le mie storie in evidenza su instagram!

In questo articolo:

  1. GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A YOGYAKARTA
  2. GIORNO 2: DA YOGYAKARTA A PROBOLINGGO
  3. GIORNO 3: BANYUWANGI E IL KAWAH IJEN
  4. GIORNO 4: UBUD
  5. GIORNI 5/6/7: BALI E I SUOI TEMPLI
  6. GIORNI 8/9/10: ISOLE GILI E RITORNO IN ITALIA
  7. COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

GIORNO 1: PARTENZA DA MILANO E ARRIVO A YOGYAKARTA

Quando prenoti il volo tieni presente che in Indonesia sono sei ore in avanti rispetto all’orario italiano. Noi siamo partite da Milano con Qatar Airways e abbiamo fatto scalo a Doha. Siamo arrivate a Jakarta intorno alle 6 del mattino, quindi avevamo tutta la giornata davanti. Ovviamente il jet lag si è fatto sentire e non poco, praticamente nei primi tre giorni di viaggio non abbiamo dormito, ma andiamo per gradi.
Una volta atterrate a Jakarta (isola di Java), non avremmo mai pensato di trovarci in un aeroporto enorme e anche piuttosto incasinato, infatti abbiamo seriamente rischiato di perdere il nostro volo per Yogyakarta che era in un altro terminal, raggiungibile con una navetta. Per questo volo interno abbiamo prenotato con AirAsia, anche per risparmiare un po’ di tempo, altrimenti puoi raggiungere Yogyakarta con il treno o con il bus. Una cosa fondamentale che devi tenere presente è che a Java ci sono mezzi di trasporto più o meno affidabili, mentre a Bali sono completamente assenti le ferrovie, ci si può spostare solo in auto o in motorino.
Una volta atterrate a Yogyakarta siamo state letteralmente circondate da tassisti indonesiani che urlavano per offrirci un passaggio. Da perfette italiane quali siamo abbiamo subito pensato che fosse una cosa per spillarci soldi, ma in realtà lì funziona proprio così! Assicuratevi di contrattare il prezzo della corsa prima di salire, comunque in generale sono davvero molto economici. A questo punto, in un inglese veramente stentato, avevamo concordato con il nostro tassista che ci avrebbe accompagnato in hotel, avrebbe aspettato il tempo di una doccia velocissima e ci avrebbe accompagnato a visitare i due famosissimi templi di Yogyakarta: Borobudur e Prambanan. Forse questi due templi sono la cosa più cara rispetto agli standard indonesiani, infatti il biglietto per entrambi costa circa 30 euro, e se vuoi visitarli all’alba o al tramonto costano anche un po’ di più! Vedersi catapultati in due meraviglie del genere però non ha prezzo, sono davvero stupendi (Prambanan è nel primo blocco di foto, Borobudur è nel secondo).

Hanno due stili completamente diversi, infatti Prambanan è un tempio induista, mentre Borobudur è buddhista.
Quando ti dicevo che il popolo indonesiano è molto amichevole e sempre sorridente, è perché l’ho scoperto già da questo primo giorno. Molte persone, forse non abituate alla presenza di occidentali bionde nei dintorni, mi hanno chiesto dei selfie che ora conservo gelosamente!

Sì, mi sentivo davvero una star.
Uscendo da entrambi i templi troverai mercatini per acquistare souvenir.

Il nostro caro tassista, dopo averci scarrozzato in giro tutto il giorno ci ha riaccompagnate in hotel. Da lì, abbiamo approfittato per fare un giro in città. Le condizioni igieniche a Yogyakarta (ma in generale a Java) sono davvero precarie, il cibo viene venduto sui marciapiedi o per strada, i piatti vengono “lavati” in bacinelle fuori dai locali, quindi scegli con cura il posto dove andare a mangiare. Evita di mangiare cibi crudi (insalata e verdure crude sono assolutamente sconsigliate) e bevi acqua in bottiglia (tra l’altro spesso anche i bicchieri di plastica con l’acqua vengono sigillati, una cosa che non avevo mai visto).

Continuando il nostro giro per Yogyakarta ci siamo imbattute in un ragazzo che voleva mostrarci a tutti i costi la sua collezione di quadri creati con la tecnica del batik.

Dopo il nostro giro avevamo pensato di tornare in hotel a piedi, ma ovviamente siamo state nuovamente assalite da autisti di ogni tipo di mezzo di trasporto. Abbiamo approfittato di un carrettino assolutamente instabile e con tipo 1 euro siamo tornate in hotel.

GIORNO 2: DA YOGYAKARTA A PROBOLINGGO

Questo secondo giorno è stato prevalentemente un viaggio in treno per Probolinggo, un paesino comodo per raggiungere il Monte Bromo, la nostra destinazione successiva. Avevo acquistato i biglietti online su questo sito, altrimenti è possibile anche acquistarli in stazione a Yogyakarta. I biglietti acquistati online vanno comunque stampati e attivati in una macchinetta proprio fuori la stazione. Dopo circa otto ore di treno abbiamo raggiunto Probolinggo, dove come al solito ci sono tassisti pronti a scarrozzarti ovunque. Abbiamo chiesto informazioni su come raggiungere il vulcano all’alba e prontamente siamo state accompagnate in quella che sembrava essere un’agenzia, dove ci hanno organizzato un tour alla perfezione: quella sera, a mezzanotte, una macchina ci avrebbe recuperato dal b&b e accompagnato alle pendici del Monte Bromo, avremmo visto l’alba e poi ci avrebbe accompagnato in stazione per prendere il treno in direzione Banyuwangi. Lì, avremmo trovato un’altra macchina che ci avrebbe accompagnato in hotel e successivamente al Kawah Ijen. Qui, avremmo avuto una guida per l’escursione e delle maschere antigas assolutamente inutili per la nostra sicurezza. Successivamente, ci avrebbe nuovamente accompagnato a Banyuwangi per prendere il traghetto in direzione Bali. A Bali avremmo trovato un bus per raggiungere Ubud. Insomma, un servizio impeccabile, che quasi pensavamo (ovviamente) che ci stesse fregando. Invece, non so come, pur non avendo lasciato il nostro numero di cellulare, tutto andò secondo i piani e c’era sempre pronto un autista a urlare il nostro nome per portarci a destinazione. Paghiamo circa 60 euro per tutto il pacchetto, otteniamo del tofu fritto in omaggio e veniamo accompagnate al nostro b&b.
A mezzanotte la nostra auto, guidata da un ragazzino che non sembrava assolutamente maggiorenne, era pronta per accompagnarci al Monte Bromo. Due ragazze sole, in piena notte, accompagnate verso un vulcano. Non ci troveranno mai più, pensavamo.
Una volta raggiunta la strada per salire al “sunrise point”, il ragazzino ci abbandona, dicendo che ci avrebbe aspettato lì fino alla fine dell’escursione. Raggiungiamo a piedi il sunrise point molto prima di chiunque altro, ma a distanza di mezzora file infinite di jeep accompagnavano i turisti per godere dello spettacolo che sarebbe avvenuto dopo poco più di un’ora. Quando le prime luci dell’alba hanno iniziato a scoprire cosa avevamo davanti, non siamo riuscite a trattenere le lacrime di fronte a così tanta bellezza.

Dopo aver visto l’alba siamo tornate al punto di incontro dove abbiamo trovato il ragazzino ad aspettarci. Boy, questo il suo nome, ci accompagna verso il vulcano, infatti questo è tranquillamente visitabile, pur essendo un vulcano attivo. Una volta vicino al vulcano puoi scegliere se camminare nel “mare di sabbia” (loro lo chiamano sand sea) o se farti accompagnare in jeep o in motorino. Ovviamente per gli indonesiani non è contemplabile l’opzione “a piedi”, quindi abbiamo scelto il motorino.

Dopo il tragitto in motorino c’è una salita da affrontare, non particolarmente faticosa, per poi raggiungere il cratere!

Al ritorno, i ragazzini ci hanno riaccompagnate all’ingresso del parco dove abbiamo trovato Boy che ci ha portate a Probolinggo per prendere il treno in direzione Banyuwangi.

GIORNO 3: BANYUWANGI E IL KAWAH IJEN

Il viaggio in treno da Probolinggo a Banywangi dura circa 4 ore. Una volta lì, il nostro autista ci attendeva per accompagnarci al b&b, dicendoci che sarebbe tornato a mezzanotte per portarci al Kawah Ijen, dove avremmo visto l’alba, munite di torce e maschere antigas. Il Kawah Ijen è un vulcano molto particolare, infatti ha una miniera di zolfo all’interno e il più grande lago acido del mondo (ha un pH di 0.5 dovuto alla presenza di acido solforico!). E’ consigliato visitarlo di notte poiché questo minerale rende la lava di un colore blu elettrico, che non sarebbe visibile di giorno. La salita al Kawah Ijen è stata lunga e piuttosto faticosa, ma sotto un cielo incredibilmente limpido e stellato. Una volta sul monte inizia la discesa all’interno del cratere, dove non è raro trovare i minatori, carichi di zolfo (arrivano a portare un sacco da 80kg di zolfo sulle spalle) che risalgono verso la sommità del vulcano.
Una volta arrivati nel cratere, la guida ci ha consigliato di indossare le nostre maschere antigas, ma vicino alla lava i gas solforici sono così forti che a stento si riesce a respirare normalmente.

Anche in questo caso, la fatica dell’escursione è stata ripagata da uno spettacolo unico: la lava blu elettrico splendeva proprio davanti ai nostri occhi.
Mentre risalivamo il cratere, le prime luci dell’alba iniziavano ad illuminare il percorso e sulla sommità del vulcano ci siamo fermate per osservare il paesaggio.

Il percorso in discesa è stata una piacevole passeggiata. Siamo state riaccompagnate al b&b dove abbiamo fatto colazione con gli immancabili pancake alla banana e ciotole di frutta fresca per poi dirigerci al porto, dove avremmo preso il traghetto verso Bali!

GIORNO 4: UBUD

Il viaggio in traghetto da Banyuwangi a Gilimanuk dura circa un’ora. Lì, ci siamo ritrovate su uno pseudo autobus stracolmo di persone, in Indonesia anche solo prendere il bus è una vera e propria avventura (tragicomica, aggiungerei). Già lungo il percorso si nota il cambio di paesaggio rispetto a Java, Bali è ricca di banani e risaie a terrazza, tipiche di quest’isola.

Siamo arrivate ad Ubud nel primo pomeriggio. Ne abbiamo approfittato per visitare questo grazioso paesino, addobbato a festa per un rito che sarebbe avvenuto il giorno seguente. Per strada, lungo i marciapiedi, si notano cestini ricchi di fiori, monete, incenso, tutte offerte di buon auspicio per scacciare gli spiriti maligni.

La differenza con Java è abissale. Bali è curata, pulita e profuma di frangipani e incenso. Insomma è esattamente come la vedi su Instagram.
Abbiamo cenato qui, assaggiando i piatti tipici indonesiani, come il nasi campur o gli spiedini di pollo satay con la salsa agli arachidi. La cucina indonesiana è molto buona e gustosa, se scegli bene dove cenare!

GIORNI 5/6/7: BALI E I SUOI TEMPLI

La mattina seguente avremmo voluto girovagare un po’ per Bali, quindi abbiamo camminato per Ubud alla ricerca di un autista. Ormai, come avrai capito, non si ha alcuna difficoltà a trovare un passaggio, infatti poco dopo eravamo in auto, verso il tempio madre di Besakhi. Avevamo chiesto al nostro autista di accompagnarci al tempio e successivamente a vedere una cascata a sua scelta (Bali ha cascate in ogni angolo). Lui ci ha proposto anche di aggiungere una piantagione di caffè molto bella, per assaggiare il loro caffè tipico, il Kopi Luwak.

La tappa successiva, scelta dal nostro autista, sono state le meravigliose Kanto Lampo Waterfall, e ci siamo seriamente pentite di non avere dei costumi da bagno e di non poterle ammirare in tutta la loro maestosità dall’acqua.

Le piantagioni di caffè aggiunte all’itinerario sono state le Bali Pulina Coffee Plantation, posizionate in un contesto davvero meraviglioso, che consente di assaggiare vari tipi di caffè (tra cui il famoso Kopi Luwak) e infusi affacciandoti sulle risaie a terrazza. Il costo per una tazza di Kopi Luwak è di circa 3 euro.

Qui, una guida, spiega alla perfezione tutto il procedimento per ottenere questo caffè pregiato, accompagnandovi fra gli allevamenti dei poveri zibetti.

Nei due giorni successivi abbiamo visitato altri templi nelle vicinanze di Ubud: il Tirta Empul (il tempio dell’acqua) e il tempio Gunung Kawi. Abbiamo visitato anche le meravigliose risaie Tegallagang dove puoi approfittare per un giro in altalena con una vista unica al mondo!

Prima di partire per le isole Gili non puoi non visitare la foresta delle scimmie di Ubud! Un percorso pedonale vi accompagnerà all’interno di questa foresta enorme, abitata da circa 800 scimmie.

Dopo esserci perse fra le meraviglie di Bali e aver assaggiato ogni tipo di frutta esotica (non puoi non provare il Jackfruit a Bali!) ci siamo messe alla ricerca di un’imbarcazione che ci portasse a Gili Trawangan il giorno dopo.

GIORNI 8/9/10: ISOLE GILI E RITORNO IN ITALIA

A Ubud ci sono molte agenzie viaggi che consentono di acquistare biglietti e tour per le isole Gili. La navetta per il porto è passata a prenderci in hotel al mattino presto, per poi prendere una “fast boat” qualche ora dopo. Il tragitto dura poco più di un’ora e l’arrivo a Gili Trawangan toglie il fiato. Le acque sono cristalline, la sabbia bianca e non esistono strade asfaltate: l’isola è percorribile solo a piedi o in bicicletta. Ogni resort infatti mette a disposizione delle bici ai propri ospiti. Dopo aver fatto il check-in in fretta e furia volevamo fare solo una cosa: indossare maschera e pinne e scoprire il fondale dell’oceano.

Al tramonto, molti locali in spiaggia organizzano aperitivi con musica dal vivo, per gustare un cocktail su un morbido pouf sulla sabbia, mentre la giornata volge al termine. Trawangan è, fra le tre isole Gili, la più caotica, quella ricca di locali e divertimento.
Per il giorno seguente abbiamo organizzato il tour per Gili Air e Gili Meno, decisamente più tranquille di Gili Trawangan, meta ideale per chi ama il relax. Non era il nostro caso, insomma.
Il tour prevede spot in cui fare snorkeling, dove non è raro avvistare tartarughe e meravigliosi pesciolini colorati. A Gili Meno potrai anche ammirare una scultura subacquea, posizionata lì per permettere il ripopolamento di coralli e pesci.

Il decimo giorno, ahimè, è stato un viaggio verso l’aeroporto di Lombok da cui siamo partite per tornare a Jakarta (con la compagnia Garuda Indonesia) e da lì, a Milano.

COSA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

PREZZI
L’Indonesia è una meta veramente economica.
Costo medio per una doppia con colazione: 10 euro (tranne il resort alle isole Gili, dove il costo medio è di 50 euro a notte)
Costo medio cena al ristorante: antipasti (e sottolineo il plurale), piatto principale, acqua, dolce: 4 euro
Costo treni: 8 euro per il primo viaggio, 4 euro il secondo
Costo voli interni: 30 euro circa Jakarta-Yogyakarta; 80 euro circa Lombok-Jakarta
Costo medio autista: 30 euro al giorno

ASSICURAZIONE
Prima di partire acquista un pacchetto assicurativo! Noi abbiamo scelto Columbus, ma ce ne sono davvero tante.

VACCINI
Non ci sono vaccini obbligatori, ma sono consigliati. Noi abbiamo fatto il richiamo per l’epatite, la difterite e il tetano e ci siamo vaccinate per il tifo! Per ogni altra info consulta il sito della Farnesina.